La forza di un adolescente per superare le proprie
difficoltà
Quante volte avete sentito parlare di DSA (disturbi specifici dell’apprendimento)?
Ultimamente l’argomento è spesso analizzato, ne parlano le scuole, i
professori, psicologi e genitori, ma vi siete mai chiesti cosa pensa e cosa
prova un ragazzo con DSA?
I disturbi specifici dell’apprendimento non sono “malattie” ma non
sono nemmeno difficoltà, non basta l’impegno per superarli come spesso in
passato si credeva.
Quest’anno ho avuto il piacere e la fortuna di conoscere Damiano,
un ragazzo di terza media con DSA. Con la classe di Damiano abbiamo affrontato
un percorso di orientamento per la scelta della scuola superiore, la sua
motivazione e la sua forza di volontà nel perseguire le sue scelte, talvolta
sconsigliate proprio a causa dei suoi disturbi, mi hanno colpita molto, ma
ancora di più mi ha toccato il tema che ha scritto Damiano, intitolato “I
diritti per ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento”. Credo
rappresenti un esempio importante per tante persone e che trasmetta il
messaggio che attraverso la voglia di fare e la motivazione si possono
raggiungere obiettivi importanti!
BRAVO DAMIANO! Ecco il suo bellissimo componimento!
Sono un ragazzo che soffre di
DSA (disturbo specifico del apprendimento) e oggi voglio rompere gli indugi e
parlare del mio problema.
Io sono Discalculico, cioè ho
problemi con i calcoli, sono Disortografico, cioè ho problemi con le doppie e
con la grammatica in generale, e sono Disgrafico, cioè non potrò mai avere una
bella calligrafia.
Questo non mi impedisce di
prendere bei voti. La mamma, per aiutarmi, mi ha insegnato il significato
dell’impegno duro e costante, quindi la mia parola d’ordine è “impegno sempre”.
I ragazzi con DSA sono a
volte discriminati, perché gli insegnanti non hanno capito il loro problema. Noi
ragazzi con DSA abbiamo difficoltà diverse e siamo tutti diversi nel nostro
problema: alcuni sono Disgrafici, altri Discalculici, altri ancora Disgrafici o
Dislessici, ma una cosa ci accomuna: la difficoltà.
Queste difficoltà non sono
solo nell’apprendimento a livello scolastico, ma anche nei rapporti con i compagni: se ti viene proposta, come tuo
diritto, una verifica differenziata e prendi un bel voto, a volte superiore del
loro, subito ti fanno pesare il piccolo aiuto che gli insegnanti ti hanno dato,
senza tenere conto che per prendere quel bel voto hai dovuto studiare molto e
impegnarti al massimo.
I ragazzi che non sopporto
sono quelli che non hanno capito la mia difficoltà e pensano di essere migliori
di me. Per poter prendere un bel voto io mi devo impegnare il doppio di loro;
anche per gli argomenti per loro semplici, a me serve molto tempo e fatica. A
volte addirittura mi viene il mal di testa talmente mi sono concentrato per
capire.
Pochi capiscono la mia
difficoltà e per scrivere queste righe io faccio fatica, ma non perché sono
dislessico, ma perché dire ciò che penso nel mio cuore è difficile. Io sono
stato fortunato: mi hanno riconosciuto in prima elementare e certificato in
quinta, ma altri, come Giacomo Cutrera -un ragazzo Dislessico che ha scritto un
libro e ha giurato di aiutare gli altri Dislessici- è stato riconosciuto in
terza media e ha passato l’inferno a scuola, perché non era capito dagli
insegnanti.
Io penso che nelle scuole ci
dovrebbero essere qualcuno che, come Giacomo Cutrera, faccia delle conferenze
per parlare di DSA sia ai professori che ai ragazzi, per far capire che noi
siamo uguali agli altri, solo più lenti a capire e più motivati a imparare.
Giacomo Cutrera ha scritto un
libro intitolato “Demone bianco - storia di Dislessia”. Ve lo consiglio!
Ringrazio Damiano e la sua famiglia che mi hanno permesso di
pubblicare questo bellissimo componimento e mi complimento ancora per il
coraggio e l’impegno dimostrati!
Maggiore è l’ostacolo, più grande sarà la gloria nel superarlo
(Moliere)
Dott.ssa Francesca Ferronato
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